AD AQUILA PALAZZO CIAVOLI CORTELLI RICOSTRUITO
di Michela Corridore e Filippo Tronca
Ricostruzione: palazzo ciavoli cortelli
LA STORIA. «Palazzo Ciavoli- Cortelli, che si sviluppa tra piazza San
Pietro e via Roma, copre un arco di tempo praticamente corrispondente a quello
della città dell’Aquila: la sua storia comincia col Medioevo, ma nel 1500 ha
conosciuto un periodo importante come residenza di Marcantonio Colonna, vincitore della battaglia di
Lepanto per conto di Carlo V. Lui era
arrivato all’Aquila con grande accoglienza e festeggiamenti grazie alla
regina Margherita d’Austria, figlia naturale di Carlo V.
Palazzo Ciavoli era a un passo, infatti, rispetto a quello di Margherita»,
spiega l’architetto. «È in questo periodo che il palazzo assume la sua forma
quasi definitiva, con il cortile all’aquilana e la facciata in pietra».
IL GIGLIO.
Nel 1703 il palazzo riporta danni significativi, ma è tra quelli che resistono
al terremoto, come testimonierebbe il giglio con coda di scorpione che si trova
sul capitello delle colonne riportate alla luce dopo i lavori di
ristrutturazione, in uno dei cortili interni del palazzo, sul lato di piazza
San Pietro. «Si tratta del giglio che venne assegnato, per così dire, ai
palazzi che hanno resistito al terremoto del 1703 che aveva fatto danni terribili.
Basti pensare che nella vicina chiesa di San Domenico erano morte circa 800
persone, insieme al vescovo, mentre pregavano per essere risparmiate dal
sisma», continua Di Paola. «Le colonne erano state completamente murate negli
interventi degli anni Settanta del secolo scorso per realizzare un
appartamento. Sono venute alla luce finestre del 1400. È questo il primo
impianto dell’edificio con testimonianze altomedievali. La zona è stata spesso
l’epicentro dei terremoti e anche nel 2009 è stata particolarmente colpita».
I DANNI. «Con
l’ultimo sisma è andata giù la facciata principale su via Roma, che apparteneva
all’Università. Mentre l’ala privata del palazzo, infatti, era stata
restaurata, quella affidata al pubblico non aveva subìto interventi prima del
sisma», spiega l’ex soprintendente. «Sono crollate le coperture che erano in
pessime condizioni, portandosi dietro metà palazzo. C’erano lesioni gravissime.
Mi sono perciò attivato, non avrei potuto fare diversamente dopo 40 anni di
esperienza come dirigente delle Soprintendenze. Ho curato il progetto e nel
2013 abbiamo iniziato i lavori, per circa 5 milioni, che hanno consentito di
riportare il palazzo alle condizioni attuali. Ho dovuto affrontare 7 anni
praticamente da solo e gli ultimi insieme all’impresa Italiana costruzioni».
IL RECUPERO.
Il lavoro di ricostruzione è stato attento e meticoloso e ha previsto lo
smontaggio e rimontaggio delle facciate. «È stato riportato tutto a livello
delle volte del piano terra e poi ricostruito fino al soffitto», spiega Di
Paola. «Un altro lavoro importante l’ha fatto la ditta Carnicelli che si è
occupata del restauro delle pietre. Ha dovuto numerare tutti i pezzi lapidei
delle finestre e dei portali, recuperati nelle macerie, restaurarli in
laboratorio e rimontarli. È stato fatto, inoltre, un intervento antisismico .
Alcune finestre sono state in parte integrate».
PIETRE
LONGOBARDE. Riutilizzate all’interno delle murature di palazzo Ciavoli, sono
state trovate pietre di epoca longobarda. «Non sappiamo se appartenessero
inizialmente a questo sito o ad altri, ma senz’altro provenivano almeno da
luoghi
vicini», conclude Di
Paola. «L’Aquila, insomma, probabilmente esisteva già in epoca longobarda».
Un’altra testimonianza, non la prima, di una città precedente alla sua data di
fondazione (1254), con cui dovranno fare i conti gli storici.
Progettazione architettonica e strutturale curata dallo Studio
Croci & Associati, direzione lavori affidata all'architetto Aymen
Herzalla.
I lavori sono costati 5 milioni di
euro e durati due anni di lavoro, ma con un iter burocratico iter lungo quasi
sei anni e mezzo.
Il palazzo è per metà pubblico, per
metà privato. La parte pubblica, lungo via Roma, è dell’Università dell'Aquila,
e prima del sisma ospitava il dipartimento di Storia, mentre in futuro ospiterà
la direzione centrale.
La parte privata che si affaccia a
piazza San Pietro è invece di proprietà dell'architetto Roberto Di Paola, ex
direttore generale dei Beni culturali in Abruzzo.
Ma il problema sarà quello degli
allacci di acqua, gas e luce, perchè senza i sottoservizi, l’edificio non sarà
fruibile.
"Utilizzeremo questi spazi per
gli uffici della direzione centrale, ma solo dopo che potremo utilizzare
palazzo Camponeschi. Appena avremo gli allacci, organizzeremo qui ed eventi”,
ha spiegato il rettore dell’Università dell’Aquila Paola
Inverardi.
Non vede l’ora di tornare a riaprire
qui il suo studio l'architetto Di Paola.
"Era uno degli edifici più
danneggiati dal sisma - spiega Di Paola - la sua ricostruzione è stata
un'opera molto complessa, sono stati smontati tutti gli elementi di pregio
preesistenti, sono stati catalogati e rimontati nella nuova struttura
consolidata sismicamente. Basta guardarsi intorno – conclude soddisfatto - per
comprendere che si è trattato di un intervento esemplare, che ha restituito
alla città un gioiello risalente al medioevo".
Un palazzo antico e dalla storia
gloriosa, palazzo Ciavoli-Cortelli tanto che fu residenza diMarcantonio Colonna,
vincitore della battaglia di Lepanto per conto dell’imperatore Carlo
V, arrivato all’Aquila con grande accoglienza e festeggiamenti
grazie alla reginaMargherita
d’Austria, figlia naturale di Carlo V.
Riutilizzate all’interno delle
murature di palazzo Ciavoli-Cortelli, sono state anche trovate pietre di epoca
longobarda.
L'intervento di consolidamento
strutturale, adeguamento sismico e restauro conservativo è stato affidato a
Italiana costruzioni spa, attuato attraverso l'utilizzo di materiali e
tecnologie di moderna concezione.
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