CARTA DI PIO FONTICULANO 1575

CARTA DI PIO FONTICULANO 1575
SULLA PIAZZA DI S.SILVESTRO SI SCORGE PALAZZO BRANCONIO, PALAZZO CIAVOLI-CORTELLI E IL PALAZZO DEL DUCA DI COSTANZO-CAMERINI CON IL RETROSTANTE ORTO - SITUAZIONE DOPO IL TERREMOTO DEL 1349 MA PRIMA DI QUELLO DEL 1703

LE CARTE ANTICHE PARLANO DI VIA GARIBALDI

LE CARTE ANTICHE PARLANO DI VIA GARIBALDI
LA CARTA DI PIO FONTICULANO DA PALAZZO BRANCONIO A VIA GARIBALDI -

domenica 24 gennaio 2016

PALAZZO CIAVOLI CORTELLI : NOTIZIE DALLA RETE SULLA RICOSTRUZIONE







TROVATO NELLA RETE: NOTIZIE SULLA RICOSTRUZIONE
AD AQUILA PALAZZO CIAVOLI CORTELLI RICOSTRUITO

di Michela Corridore e Filippo Tronca


Ricostruzione: palazzo ciavoli cortelli

LA STORIA. «Palazzo Ciavoli- Cortelli, che si sviluppa tra piazza San Pietro e via Roma, copre un arco di tempo praticamente corrispondente a quello della città dell’Aquila: la sua storia comincia col Medioevo, ma nel 1500 ha conosciuto un periodo importante come residenza di Marcantonio Colonna, vincitore della battaglia di Lepanto per conto di Carlo V. Lui era arrivato all’Aquila con grande accoglienza e festeggiamenti grazie alla regina Margherita d’Austria, figlia naturale di Carlo V. Palazzo Ciavoli era a un passo, infatti, rispetto a quello di Margherita», spiega l’architetto. «È in questo periodo che il palazzo assume la sua forma quasi definitiva, con il cortile all’aquilana e la facciata in pietra».
IL GIGLIO. Nel 1703 il palazzo riporta danni significativi, ma è tra quelli che resistono al terremoto, come testimonierebbe il giglio con coda di scorpione che si trova sul capitello delle colonne riportate alla luce dopo i lavori di ristrutturazione, in uno dei cortili interni del palazzo, sul lato di piazza San Pietro. «Si tratta del giglio che venne assegnato, per così dire, ai palazzi che hanno resistito al terremoto del 1703 che aveva fatto danni terribili. Basti pensare che nella vicina chiesa di San Domenico erano morte circa 800 persone, insieme al vescovo, mentre pregavano per essere risparmiate dal sisma», continua Di Paola. «Le colonne erano state completamente murate negli interventi degli anni Settanta del secolo scorso per realizzare un appartamento. Sono venute alla luce finestre del 1400. È questo il primo impianto dell’edificio con testimonianze altomedievali. La zona è stata spesso l’epicentro dei terremoti e anche nel 2009 è stata particolarmente colpita».
I DANNI. «Con l’ultimo sisma è andata giù la facciata principale su via Roma, che apparteneva all’Università. Mentre l’ala privata del palazzo, infatti, era stata restaurata, quella affidata al pubblico non aveva subìto interventi prima del sisma», spiega l’ex soprintendente. «Sono crollate le coperture che erano in pessime condizioni, portandosi dietro metà palazzo. C’erano lesioni gravissime. Mi sono perciò attivato, non avrei potuto fare diversamente dopo 40 anni di esperienza come dirigente delle Soprintendenze. Ho curato il progetto e nel 2013 abbiamo iniziato i lavori, per circa 5 milioni, che hanno consentito di riportare il palazzo alle condizioni attuali. Ho dovuto affrontare 7 anni praticamente da solo e gli ultimi insieme all’impresa Italiana costruzioni».
IL RECUPERO. Il lavoro di ricostruzione è stato attento e meticoloso e ha previsto lo smontaggio e rimontaggio delle facciate. «È stato riportato tutto a livello delle volte del piano terra e poi ricostruito fino al soffitto», spiega Di Paola. «Un altro lavoro importante l’ha fatto la ditta Carnicelli che si è occupata del restauro delle pietre. Ha dovuto numerare tutti i pezzi lapidei delle finestre e dei portali, recuperati nelle macerie, restaurarli in laboratorio e rimontarli. È stato fatto, inoltre, un intervento antisismico . Alcune finestre sono state in parte integrate».
PIETRE LONGOBARDE. Riutilizzate all’interno delle murature di palazzo Ciavoli, sono state trovate pietre di epoca longobarda. «Non sappiamo se appartenessero inizialmente a questo sito o ad altri, ma senz’altro provenivano almeno da luoghi
vicini», conclude Di Paola. «L’Aquila, insomma, probabilmente esisteva già in epoca longobarda». Un’altra testimonianza, non la prima, di una città precedente alla sua data di fondazione (1254), con cui dovranno fare i conti gli storici.


Progettazione architettonica e strutturale curata dallo Studio Croci & Associati, direzione lavori affidata all'architetto Aymen Herzalla.

I lavori sono costati 5 milioni di euro e durati due anni di lavoro, ma con un iter burocratico iter lungo quasi sei anni e mezzo.
Il palazzo è per metà pubblico, per metà privato. La parte pubblica, lungo via Roma, è dell’Università dell'Aquila, e prima del sisma ospitava il dipartimento di Storia, mentre in futuro ospiterà la direzione centrale.
La parte privata che si affaccia a piazza San Pietro è invece di proprietà dell'architetto Roberto Di Paola, ex direttore generale dei Beni culturali in Abruzzo.
Ma il problema sarà quello degli allacci di acqua, gas e luce, perchè senza i sottoservizi, l’edificio non sarà fruibile.
"Utilizzeremo questi spazi per gli uffici della direzione centrale, ma solo dopo che potremo utilizzare palazzo Camponeschi. Appena avremo gli allacci, organizzeremo qui ed eventi”, ha spiegato il rettore dell’Università dell’Aquila Paola Inverardi.
Non vede l’ora di tornare a riaprire qui il suo studio l'architetto Di Paola.
"Era uno degli edifici più danneggiati dal sisma - spiega Di Paola -  la sua ricostruzione è stata un'opera molto complessa, sono stati smontati tutti gli elementi di pregio preesistenti, sono stati catalogati e rimontati nella nuova struttura consolidata sismicamente. Basta guardarsi intorno – conclude soddisfatto - per comprendere che si è trattato di un intervento esemplare, che ha restituito alla città un gioiello risalente al medioevo".
Un palazzo antico e dalla storia gloriosa, palazzo Ciavoli-Cortelli tanto che fu residenza diMarcantonio Colonna, vincitore della battaglia di Lepanto per conto dell’imperatore Carlo V, arrivato all’Aquila con grande accoglienza e festeggiamenti grazie alla reginaMargherita d’Austria, figlia naturale di Carlo V.
Riutilizzate all’interno delle murature di palazzo Ciavoli-Cortelli, sono state anche trovate pietre di epoca longobarda.
L'intervento di consolidamento strutturale, adeguamento sismico e restauro conservativo è stato affidato a Italiana costruzioni spa, attuato attraverso l'utilizzo di materiali e tecnologie di moderna concezione.

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